mercoledì 14 dicembre 2011

Barnard: sarà un strage, riusciranno dove Hitler fallì

L’Europa collassa, salta l’Eurozona, crollano tutte le nostre economie tranne una: quella tedesca. Scenario che riporterà il Vecchio Continente alla situazione precedente il 1999, ma a condizioni da sogno per la Germania. Che, con un euro a due velocità o anche col suo ritorno al marco, sarà vista dai mercati come l’unica scialuppa di salvezza su cui dirottare capitali, mentre noi rimarremo a secco, agonizzanti. In più, i veri manovratori della Merkel, e cioè le mega-industrie dell’export “neomercantile” della Germania, si troveranno con decine di milioni di lavoratori europei a due passi da casa, disposti a sgobbare per loro a ritmi da lager e con stipendi da Cina. E l’impero germanico dell’export si presenterà al mondo dei grandi mercati del domani (Brasile, Cina, India, Est asiatico) con prodotti a prezzi competitivi. Ironia della storia: trionfale dominio teutonico, proprio là dove Hitler fallì.


Parole di Paolo Barnard, all’indomani del cruciale vertice europeo dell’8 dicembre che, con l’unione fiscale, sancisce probabilmente la revoca definitiva delle sovranità nazionali: più che un summit, «una farsa». Firmano la regia Mario Draghi e la Germania, alle prese col «suo terzo tentativo di distruggere l’Europa»: dopo due guerre mondiali, l’arma vincente è ora l’economia, con l’aiuto della Bce e dei trattati-capestro. «Là dove i nazisti fallirono, i tedeschi democratici sono riusciti», scrive Barnard, che imputa alla Germania il “virus” dell’egemonia. Suggestioni storiche? A volontà: «Come nel 1939, l’Inghilterra si tira fuori, per poi combattere più tardi». E, nella gravità di quanto sta accadendo, «è da registrare la giurassica stupidità di Sarkozy, che non ha capito che la Merkel si sta portando la Francia a braccetto come un cagnolino solo per affondarla».


Il crollo dell’Europa «voluto scientemente dalla Germania», secondo Barnard «getterà la Francia nel baratro assieme a noi “untermenschen” del sud». Per i francesi, una nemesi crudele ma «ben meritata», perché «furono loro che ricattarono la Germania dicendole “o ci fai fare la Bce e l’unione monetaria come vogliamo noi, oppure ti scordi i prestiti per l’unificazione con la Germania dell’Est. Berlino accettò, ma i tedeschi sono micidiali e ora Parigi la pagherà cara». Barnard non ha dubbi: nel suo sito, spiega «come la Germania ci fa a pezzi», grazie all’isterismo sul deficit di bilancio degli Stati, «che deriva interamente dal fatto che un deficit contratto con l’euro non-sovrano è veramente un peso insostenibile per lo Stato: basterebbe eliminare l’euro e tornare a monete sovrane, e i deficit cesserebbero di essere un problema: ma l’euro è mantenuto solo per costringerci a impoverirci e divenire servi della Germania e dei mercati».


Nemico pubblico numero uno, Bruxelles: impone i suoi diktat, in realtà “suggeriti” uno dopo l’altro dal super-potere delle lobby finanziarie internazionali. L’obbligo del Semestre Europeo, cioè il vaglio dell’Unione sulle leggi finanziarie di ogni Stato, in base alle rigide direttive imposte da tecnocrati non-eletti? Non è un’invenzione di Bruxelles, ma una precisa richiesta avanzata nel 2002 dalla lobby Ert, “European Roundtable of Industrialists”. La lobby dispone, i politici eseguono. La sovranità dei governi eletti? Letteralmente cancellata. E le sanzioni pecuniare per gli Stati “disobbedienti”? Anche quelle, dettate dal super-potere: precisamente, dalla lobby finanziaria “Business Europe”, nel 2010. Ovvero: «I desiderata di pochi speculatori miliardari che condizioneranno le vite e la sopravvivenza di milioni di famiglie e aziende europee».


Capolavoro degli euro-maggiordomi, il Patto Euro-Plus, «che contiene le misure neoliberiste anti-lavoratori, le misure di allungamento dell’età pensionabile, i tagli agli stipendi pubblici e ai servizi essenziali e l’obbligo di trasposizione del divieto di spesa a deficit nelle Costituzioni nazionali». Un’invenzione dei tecnocrati di Bruxelles? No: anche l’Euro-Plus è «il risultato di una serie di richieste specifiche sempre di “Business Europe”, datate dal giugno 2010 al 4 marzo 2011». La Commissione Europea, semplicemente, obbedisce: a nostra insaputa, e sopra le nostre teste. Bilanci statali d’ora in poi «in pareggio o in avanzo», e per chi sgarra oltre il 3% c’è la Corte Europea di Giustizia, che non è stata eletta da nessun europeo ma «secondo il Trattato di Lisbona ha già supremazia sulle nostre Costituzioni, di fatto esautorate».


Ma attenzione: quel fatidico “pareggio di bilancio” che Draghi e la Merkel pretendono, l’Italia in realtà l’ha già raggiunto: il nostro paese, da anni, «ha un surplus di bilancio». Ovvero: già ora, e non da ieri, «lo Stato ci sta tassando più di quanto spende per noi», di fatto impoverendoci, come raccontano le desolate cifre dell’Istat e della Caritas. Ai cittadini «viene raccontato, da Monti e da tutti i media, che abbiamo un deficit di bilancio cronico»? Falso, dice Barnard: «Siamo da anni in attivo». Il guaio sono gli interessi storici sul debito, non più sovrano ma dipendente dall’euro: e ora l’attivo di bilancio aumenterà a dismisura, perché Monti «dovrà tassarci molto, ma molto di più di quanto lo Stato già ci tassi oggi», inclusa l’ultima manovra “lacrime e sangue”: «Un buffetto sulla guancia, in confronto a quello che dovrà arrivare: sarà una strage».


Barnard è drammaticamente esplicito: «Se finora ci è piovuto in casa, Monti sfonderà le dighe e in casa ci arriverà uno tsunami. E tutto questo, solo perché oggi con l’euro non sovrano che lo Stato non può emettere ma solo prendere in prestito dall’esterno, per pagare quegli interessi sul debito pubblico il Tesoro è costretto a venire a batter cassa da noi». L’Eurozona cerca disperatamente soldi per salvare dalla bancarotta gli Stati più in crisi: costretti a non poter più emettere moneta, devono ricorrere a prestatori privati. «Ma questi investitori non si fidano a finanziare gli Stati dell’euro, specialmente quelli meno forti, precisamente perché un investitore presta a uno Stato badando a una sola cosa: che quello Stato possa pagare puntuale le scadenze del debito». E dato che nessuno Stato dell’Eurozona può emettere euro liberamente, «gli investitori hanno paura di non essere più puntualmente rimborsati: e allora, per prestarci euro, ci chiedono tassi d’interesse altissimi, insostenibili».


Certo, ci sarebbe la Bce, che «può e deve salvare gli Stati come noi dal disastro del collasso economico e dell’impoverimento di milioni di famiglie», ma la Banca Centrale Europa «non lo fa», e così «i mercati continueranno a infierire». E’ un piano ben orchestrato, sostiene Barnard: «Draghi sta facendo mosse di una oculatezza diabolica, perché lavora in tandem con la Germania che cerca ostinatamente il collasso dell’Europa e sfrutta il panico dei mercati, che alla fine causeranno precisamente quel collasso». Il movente tedesco è esplicito: la Germania avrà enormi vantaggi economici dal crollo dell’attuale sistema europeo, che oggi barcolla tra “summit-farsa” e pannicelli caldi come il fondo salva-Stati, a cui crede solo «la parte stupida della Ue». Manovre sanguinose per i cittadini ma insufficienti per i mercati, che «continueranno a sfiduciarci e a mandarci verso il fallimento», come sanno benissimo la Merkel e Draghi, ovvero «la parte consapevole della Ue».


E dunque: resa incondizionata all’ineluttabile? No: «C’è una mina che può essere inserita nei cingoli del Panzer tedesco – scrive Barnard – e che lo farebbe saltare in pezzi, sfasciando orribilmente la progressione criminale delle politiche dei golpisti sopraccitati». Si chiama Mmt, Modern Money Theory: è l’impianto di economia che prescrive il ritorno dell’Italia alla sua sovranità monetaria, la decisione del futuro governo di spendere la nuova Lira sovrana a deficit (più soldi per i cittadini che tasse prelevate dai cittadini) per creare piena occupazione e pieno Stato sociale: istruzione, alloggi, lavoro e infrastrutture. Quello che potrebbe sembrare un sogno, non è nient’altro che la realtà dell’Argentina di oggi: «La Mmt ha permesso all’Argentina fallita di inserire quella mina nei cingoli di una macchina da guerra ben più micidiale della Germania, gli Stati Uniti del “Washington Consensus” neoliberista: e gli americani sono saltati».
fonte: http://www.libreidee.org/2011/12/barnard-sara-un-strage-riusciranno-dove-hitler-falli/

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