giovedì 10 novembre 2011

Donna e società


A chi si accinge ad indagare sulla donna nel mondo antico si pongono immediatamente gravi problemi di metodo e fondamentali problemi di impostazione. E' possibile scrivere una storia della donna nell'antichità greca? Essa, costretta al silenzio ed all'ignoranza, nell'ombra di una vita vissuta in funzione strettamente subalterna, votata alla riproduzione ed alla amministrazione della casa, essa non appare nelle pagine di una Storia indifferente al privato e non se ne hanno nemmeno tracce nei secoli se non sulle civiltà antiche che la vedevano , invece protagonista come prima ed unica fonte di guida per portare avanti le società matrilineari e dunque essendo valorizzata a differenza dell’Uomo ..Partendo dal presupposto che, come ha affermato un antropologo, “la vita di un primate non umano è governata dall’anatomia e dalla fisiologia, la società umana è regolata dalla cultura , la ricerca si deve muovere per categorie antropologiche perché la rappresentazione della donna nella pittura vascolare non è lo specchio dei reali rapporti tra i sessi quanto l'indicazione della direzione dello sguardo maschile, non indica, cioè, tanto ciò che la donna era quanto ciò che si voleva che fosse. Bisogna dire che in un modo o nell’altro , la figura femminile è da sempre vista come colei che fra i sessi , genera la vita , quindi che fisiologicamente la porta avanti ed è suo compito indiretto, si potrebbe dire, doversi rassegnare a questa istanza ultima . Bisogna aggiungere che questo sistema di rappresentazioni è quello che condiziona il comportamento umano, ma rimane, in gran parte, invisibile o ignoto a chi agisce; gli uomini greci agivano, come noi, secondo quel funzionamento di preterizione per cui gli elementi fondamentali di cui il nostro mondo culturale è costituito; ancora di più gli ancoraggi simbolici che lo sottendono- non sono messi in discussione perché, non essendo percepita la loro preminenza o non essendo percepiti affatto, non possono essere messi in discussione. Anche la stessa assunzione della parola da parte delle donne nella produzione teatrale antica -inventata, scritta e fruita da soli uomini- esprime una proiezione che dell'ideale femminile ha l'uomo, per completare il modello maschile o rappresenta l'eco delle sue ossessioni; e poi, tutto l’indagine va inserita nell'ambito più generale della riflessione su problemi fondamentali per la città come i limiti del potere, la pace e la guerra, il rapporto fra privato e pubblico, fra legge e tradizione ecc. per cui , ecco perché bisogna tenere conto di tutti queste situazioni ! vi furono a mio avviso , questioni che non sono state ne indagate ne valutate ed il tempo è trascorso arduo per la figura femminile e ben in pochi si sono interessati alla questione. Sull'altro fronte del problema, è che ci si accorge subito che i lineamenti di una storia delle donne sono stati appena abbozzati ed in epoca molto recente. Il campo degli studi desta a prima vista l'impressione di un immenso fluido indistinto di eventi mentre in realtà bisogna , si inserire le differenti archi cronologici ma anche analizzare la società a cui esse stesse hanno stanziato. Ovvio che mi interesso della cosiddetta “società occidentale “ e no mi addentro in altre; sta altresì da ribadire il fatto che vi sono da porsi innumerevoli domande, non ci si è posti mai il problema e la riflessione sul tema delle donne in altri termini, che siano , cioè , differenti da un discorso di tipo “femminista” e rivoluzionario, azionario o comunque di lotta , invece che riflettere sulle piccole sfumature e vedere le differenze . Ora, per informarsi quale criterio di indagine scegliere? Un criterio cronologico, geografico, etnico, di suddivisone per classi sociali (padrona, schiava, cortigiana ), per funzioni e ruoli (donna di casa, di strada, sposa, nubile, vedova), per relazioni di parentela (madre, figlia, nonna...) per classi di età (bambina, adolescente, giovane, donna matura, anziana)? Le differenze sono notevoli , non vi è da dimenticare che non tutti gli uomini avevano per nascita e per prassi consolidate, distinzioni nelle mansioni, nell’età , nelle scale sociali ecc.. figuriamoci le donne,in confronto agli uomini! In ogni caso, gli anni che hanno intermediato fra il periodo dell’antica Grecia sino agli albori del 2000, sono stati compiuti molti passi, por fortuna diremmo, se non la storia a che servirebbe ?? in ogni caso, per informarsi , tracciare le fonti, ed arrivare a trovare e dire , che di ricerca sule donne se ne è fatta, una lettura delle opere più recenti crea altri problemi in quanto mostra quanto rapidamente si evolvano le idee. Se all'inizio della moderna ricerca, negli anni Settanta, ci si poneva la domanda basilare: "Le donne hanno una storia?" e negli anni Ottanta ci si domandava: "E' possibile scrivere una storia delle donne?”. Negli anni Novanta ci si può domandare: "Si può scrivere una storia dell'antichità senza una storia delle donne?".La direttrice verso cui si è mossa la ricerca indica non tanto un'evoluzione degli studi storiografici -suscettibile di pochi sviluppi, data l'esiguità delle testimonianze- quanto una collusione sempre più stretta fra studi storici e studi antropologici. E così la storia delle donne è diventata la storia dei rapporti fra i sessi. Tali studi non sono certo stati promossi da studiosi di scuola italiana, legati tradizionalmente ad un concetto di studi filologici che non ammettono -o accettano con scetticismo e riserve- l'intrusione o gli apporti di altre discipline; qualche eccezione conferma il panorama generale. Risulta evidente, come vedremo più analiticamente in seguito, che Platone e gli altri Greci vollero distinguere i due sessi non tanto in senso fisiologico, ma in senso politico, in quanto investirono il sesso fisiologico di una valenza sociale, come segno del ruolo che l'individuo doveva rivestire nell'ambito politico; più specificamente, fu sempre evidente la preoccupazione di definire l'uomo-cittadino attraverso una virilità immune da qualsiasi ricorso al femminile. "Le cose che occorrono nell'estrema forma di democrazia sono tutte di natura tirannica, l'influenza delle donne in casa, perché facciano le delatrici contro i mariti, e l'indulgenza nel trattamento degli schiavi per lo stesso motivo: in realtà né gli schiavi né le donne cospirano contro i tiranni, anzi, vivendo in agiatezza, sono di necessità ben disposti verso le tirannidi e tali democrazie. Ora concentriamoci nel ruolo della donna e della sua particolare attenzione/disattenzione all’interno della società, nelle modalità e nei tempi che l’hanno presa in causa , per cercare di capire alcune situazioni che si ripropongono persino ai tempi nostri , ossia del fatto che le donne , ancora oggi, anche se lo schema è ribaltato, vengono considerate differenti dagli uomini in larga misura. Troviamo ancora nel contemporaneo , tracce di quelle che sono state le sue sfortune o fortune ribaltate negli schemi . Innanzitutto premetto che il discorso che andrò facendo si concentra si sulla figura della donna ma prenderà a 360 ampio raggio su quello che è stato il suo rapporto di sub-ordinazione , differenziazione di ruoli , con l’uomo . Mi sono informata , come avrete notato, cercando fonti su internet ma anche scritte e documenti e libri , sono arrivata a concludere che ci siano ancora molti fatti, nonostante tutto , che non sono stati spiegati faccio riferimento al discorso sul perché le donne in tempi diversi, in modo subalterno , siano state da una parte le protagoniste in senso antropologico , dall’altro sfruttate e differenziate per un discorso di natura non prettamente Sociale, bensì dell’Umano nel suo senso stretto. Un discorso che mi ha colpito parecchio La donna nell’antica Grecia ma non solo, la figura femminile sin ai tempi moderni ed al contemporaneo. Continuo a ribadire in questo articolo di come mi trova di fronte ad un enigma che perdura nella mia stessa testa: di come mai nel corso della storia sia stata fra i due sessi, solo la Donna ad avere pagato le conseguenze della sua stessa figura incarnata e tramandata ; non capisco cioè, perché l’Uuomo (il maschio) non abbia pagato le stesse conseguenze anzi , ne ha goduto ai suoi tempi esercitando coercizione e superiorità mentre la donna ha dovuto non solo subire bensì non ne ha ricavato molto . La donna nell’antica Grecia, era, da una parte , considerata come colei che non poteva godere degli stessi diritti e libertà maschili, soprattutto per quanto riguarda la vita politica , la questione pubblica , semplicemente perché, come definito dal pensiero filosofico (che poi devo ancora capirne il nesso). L’assunzione della parola da parte delle donne nella produzione teatrale antica -inventata, scritta e fruita da soli uomini- esprime una proiezione che dell'ideale femminile ha l'uomo, per completare il modello maschile o rappresenta l'eco delle sue ossessioni; e poi, tutto l’indagine va inserita nell'ambito più generale della riflessione su problemi fondamentali per la città come i limiti del potere, la pace e la guerra, il rapporto fra privato e pubblico, fra legge e tradizione ecc. ed ecco che secondo mè può essere questo il punto mediante cui potrei iniziare a proporre il presente percorso in chiave del fatto che la società abbia spesso , per semplificazione o per altri motivi, semplificato la sua stessa e intricata interpenetrazione tra dinamiche , attraverso la soluzione più ovvia: cioè sulle dicotomie e sul dare peso da una parte all’altra : lo stesso vale : sono dalla parte dell’Uomo o della Donna? È stata la donna a pagarne le conseguenze del dramma della sua differenza Biologico-Antropologica?. Sull'altro fronte del problema, nel momento in cui ci si addentra nella ricerca e si scarta a priori il generico, il banale o lo scontato, ci si accorge subito che i lineamenti di una storia delle donne sono stati appena abbozzati ed in epoca molto recente. Il campo degli studi desta a prima vista l'impressione di un immenso fluido indistinto e successivamente, per contrasto, quello della ricerca accademica erudita, particolareggiata e frustrante. Già nei discorsi dei filosofi greci antichi, come dicevo in precedenza, la donna veniva definita in questi termini, ossia di colei che non poteva accedere alla vita politica, alla vita pubblica e alle sfere del sociale , Platone non fa altro che assegnare risultanza politica ad un assioma fondamentale dello stereotipo femminile greco: l'animo femminile è connotato dall'inganno astuto e dalla menzogna, codificati, come si esaminerà, già nel racconto mitico-religioso della creazione della prima donna. Inoltre , lo stesso Aristotele , distingueva l’oikòs (casa) , la casa, ciò che doveva rimanere nascosto ( nascosto, poiché vi era la distinzione forse nata in questo periodo e perché lo sviluppo del sapere pubblico , stava per essere definito . alla donna , insomma era attribuito la parte della casa e del luogo non pubblico (antitesi?) e tesi, la parte pubblica che spettava agli uomini che si ritrovavano loro a poter gestire, anche in modo falso e provocatorio ( non sempre limpido ) , le questioni pubbliche. Dicevo, già Aristotele inizio a distinguere l’Oikòs dall’Agorà ; La differenziazione tra sfera pubblica e privata , è stata purtroppo e dico così,non per questioni di femminismo (dato che sono una dona) ma per questioni differenti c, eh mi interessa ora approfondire; un’altra cosa che vi è da dire, è che oltre alla differenza netta fra Oikòs e Agorà sta nel fatto che vi fosse anche un’altra distinzione che caratterizza il pensiero greco classico sulle donne e che tristemente tramandato ai giorni nostri ossia un'altra distinzione e specificità della donna , ossia differenza fra il Logos (la ragione) ed il corpo . Secondo gli stessi filosofi greci , il sui pensiero fu ripreso addirittura dal liberalismo e dall’illuminismo , ossia che le donne, in quanto differenti biologicamente e delle loro funzioni corporali riproduttive , svolgevano un ruolo differenziato , separato ed opposto da quelle dell’uomo . La donna , cioè, in virtù della sua natura non sarebbe stata in grado di “trascendere” il proprio corpo e le proprie passioni , di sviluppare un ordine morale , razionale e di conseguenza di costituirsi come soggetto autonomo nella polis . di seguito vennero oltretutto definite alcune teorie , fra cui le sfere separate “ di come significava l’esclusione della donna nella sfera politica portasse ad una segregazione forzata all interno del nucleo famigliare ( in questo caso statunitense) in ogni caso il discorso che vorrei venire ad intraprendere è il seguente : se l’esclusione dalla politica non si coniugava logicamente ed equamente alla subordinazione che avveniva , la condizione di queste donne anche dal punto di vista giuridico , donne soggette al marito , maschio, dunque padrone e del fatto che fossero paragonate con gli stessi diritti e doveri dei bambini .secondo le teorie precedenti , purtroppo , questa presunta minorità era già conseguenza e portatrice del potere patriarcale , struttura fondativa in cui il potere veniva esercitato dai padri sui figli ma anche dal marito sulla moglie , che sopravvisse fintanto che non si intraprese a diffondere un idea di Democrazia di stampo Liberale , che promuoveva la parità fra uomo e donna e l’acquisizione di pari dignità. La stessa contraddizione nei termini nel senso che si parlava di libertà ed uguaglianza e le donne fino ad allora non erano state inserite. Il fatto medesimo, che la donna fosse considerata non in grado di trascendere quella che era il suo corpo e le sue limitatezze Biologiche che mi fanno riflettere. Io credo un po’ tutto il discorso sul patriarcato e sulle limitazioni della donna come delle differenze in termini di ruoli e degli effetti che tali distinzioni hanno portato che bisognerebbero riflettere. Nelle società matriarcali e ancor più antiche di quella Greca o Romana non poteva esistere una differenza di questo tipo , per cui io credo che siano state altre le cause della separazione delle sfere. Per quanto riguarda addirittura il discorso sulle capacità intellettive e logiche , la donna si pensava non fosse indo di esporsi razionalmente o per meglio dire , togliendosi dal suo stesso essere donna , nel pubblico quali limitazioni poteva avere il corpo fisico femminile se non del fatto che era colei che dava la vita? In sostanza la questione che mi sto ponendo di affrontare è inoltre che , secondo me a quei tempi si pensava che la funzione della donna cioè quella della procreazione poteva essere in simmetria con la funzione del guerriero: il letto e la guerra, il piacere ed il dolore; una specie di dicotomia stessa come tante dicotomie in cui la società si è di continuo posta in essere. Per cui , ecco che non riesco a trovare altre parole per definire quella che secondo me è ancora una questione aperta ed oggi più che mai , siamo arrivati ad un periodo storico in cui su tutto sembra essersi ribaltato al contrario sulla figura di donna come colei , che funge da guida alla coppia , alla casa, alla famiglia , che gestisce la vita privata ma al tempo stesso in quella pubblica e lo fa con un margine di libertà e di diritti mille volte superiore a quella che poteva essere una sua antenata a quei tempi dell’antichità, tralasciando ovviamente a parte le grandi Culture Matriarcali e quelle che non ponevano differenze alcuna ne tra i sessi , ne tra le generazioni , ne fra differenti etnie o popoli .


http://cronologia.leonardo.it/storia/italia/donne08.htm


Bibliografia e conclusione :
Legittimo quindi appare l'intento perseguito dalla Pomeroy (S. B. Pomeroy, Donne in Atene e Roma, Torino 1978) di approfondire la conoscenza del mondo privato, dei sentimenti, della sessualità delle donne antiche, per assegnare loro un posto nella storia, per poter scrivere una loro storia, per completare la storia. Anche se le conclusioni della studiosa non sempre sono state condivise, specialmente per certe carenze metodologiche rilevate soprattutto dagli studiosi italiani, la ricerca sul tema è proseguita lungo tale linea e le successive precisazioni hanno imposto il concetto di gender e la categoria analitica di sexual asymmetry (Sexual asymmmetry, Studies in Ancient Sociaty, a cura di J. Blok e P. Mason Amsterdam 1987).
L'americana Joan Scott (A useful category of historical analysis, in "American historical review" XCI 1986) ha chiaramente spiegato che l'uso e gli scopi dei termini gender e sexual asymmetry stanno ad indicare:
1 - un rifiuto del determinismo biologico,
2- l'introduzione della dimensione di relazione fra i sessi,
3 - il carattere fondamentalmente sociale della distinzione fra i sessi.
Josine Blok ha dimostrato come tutti i migliori studi effettuati sino ad allora sulla donna si erano orientati sulla ricerca in un settore a parte, in quanto fondati sulla distinzione fra pubblico e privato e sulla immagine della donna come "Diversa", concetti elaborati già dal XIX secolo. La sua proposta mira al superamento dei confini del particolare per far rifluire gli studi sulla donna nell'insieme degli studi storici. In tale prospettiva e congruente con il taglio che vogliamo dare alla nostra ricerca è lo studio della Loraux su donne e Stasij (stasis, guerra civile, rivoluzione).


Conclusione


La conclusione, dopo un excursus sulla caratterizzazione delle figure femminili nella tragedia, specialmente in quella euripidea, cercherà di tirare tutte le fila della ricerca nell’esame del mito di Elena visto nel quale si evidenzia il problema della sessualità originaria, visto come piacere e dolore, come rapporto fra donna e guerra, in conclusione come culto della procreazione. Diciamo che per quello che riguarda Grecia Antica in specifico, ma anche Epoca Romana ,le donne venivano solamente usate nello sport per conseguire corpi robusti , perché così avrebbero servito per irrobustire la progenia con figli sani e robusti .Col passare dei tempi e delle epoche , la figura della donna non ha subito mutamenti o si è svincolata da questo basilare e definita differenziazione. Se non l’unica cosa che poteva nei suoi effetti differenziare al suo interno, la stessa categoria femminile erano le differenti gerarchizzazioni per nascita e le differenze di censo, ceto, appartenenza in una o l’altra fede religiosa ecc.. per cui magari, potevano esserci anche situazioni ed accadimenti in contrasto fra loro , in cui a pagarne sono sempre state non tanto le classi inferiori o i ceti meno abbienti o i le poverelle di strada ma tutta la stessa concezione della donna come soggetto inferiore e differente dal Uomo , dal Viris , che ha portato e seminato non solo ingiustizie , bensì anche disagi e paradossi innumerevoli. D’altra parte , la donna stessa , ha nel corso dei secoli mantenuto per certi specifici ambiti , un primato e una sua specificità ropagata, dall’altro ci siamo trovati e accade tutt’oggi atti di violenza e soprusi da parte dell’uomo sulla donna, non solo violenza, bensì uso dell’immaginario femminile come colei che può essere la bambola di porcellana di turno oppure la velina per un esposizione di macchine, di moto , di moda, vendita di prodotti, spazi pubblicitari ecc.. insomma, per riassumere : da donna relegata nell’antichità Greca a donna oggetto nel contemporaneo ? è questo che seriamente sto chiedendomi Utilizzando il linguaggio e gli schemi attraverso cui oggi, usufruiamo per parlare della figura femminile, ci possiamo benissimo rendere conto , come ancora, come questa differenziazione , nel tempo abbia postato i suoi effetti in un ribaltamento degli schemi interpretativi: oggi è l’Uomo che si trova ad essere percepito come colui che servo della donna, che la asseconda sia con Galanteria Di facciata, buone maniere, l’uomo “zerbino” si tende a dire , con parola tecnica e la donna ha acquistato un ruolo importante sia nel campo del lavoro ch in altri settori, specialmente se si tratta di settori in cui vi sia da prendere decisioni , da sostenere famiglie , accudire i bambini, la scuola , la sanità. Si può dire, come , in realtà , seppur mutati gli equilibri, l’Uomo mantenga nascosto nei meandri delle “buone maniere “, il fatto di dover essere sempre : colui che si fa avanti nella coppia, colui che paga agli appuntamenti romantici: insomma , ancora una volta, non c’è ne coerenza ne stabilità ne equilibrio,tantomeno quell’eguaglianza che la democrazia moderna parla tanto e di cui non si vedono i fatti effettivi; per cui mi chiedo come mai non si possa intraprendere un discorso anche di politiche sociali che siano veramente più eque e che vadano davvero a sostenere la Donna , non rispetto e dandole il peso che merita .


http://it.wikipedia.org/wiki/Condizione_femminile




http://www.atuttascuola.it/siti/fuse/condizione_femminile_grecia_antica.htm




http://www.homolaicus.com/storia/antica/roma/donne_diritto.htm




http://www.elbasun.com/La_posta/Donna_nel_tempo.htm
Samantha Buldrini

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